Analisi

Una roadmap per rendere i processi digitali

Le tecnologie Mobile rappresentano uno dei pilastri fondamentali su cui si basa la “digital enterprise”, ma non basta adottare nuovi dispositivi e dematerializzare la carta per ottenere benefici

Pubblicato il 06 Feb 2015

digitalizzazione-150206102009

Christian Mondini – Senior Researcher Osservatorio Mobile Enterprise

Negli ultimi anni è cresciuta molto l’attenzione verso la digitalizzazione dei processi, che rappresenta una leva attraverso cui le aziende possono aumentare le proprie performance di efficienza ed efficacia, a tutto vantaggio di un differenziale competitivo di lungo periodo.

Le tecnologie Mobile (e, soprattutto, i dispositivi mobili) rappresentano uno dei pilastri fondamentali su cui si basa la “digital enterprise”, dal momento che abilitano l’accesso alle informazioni in tempo reale (o, come dicono oltre-oceano, “anytime and anywhere”) e semplificano la raccolta di dati supportando le attività svolte “sul campo”.

Tuttavia, come ripetuto più volte, questo non basta per ottenere tutti i benefici raggiungibili: è necessario, infatti, riprogettare i processi di business per sfruttare a pieno le potenzialità dei nuovi strumenti ICT disponibili.

Aiutiamoci con un esempio nel mondo sanitario. Se si pensa all’ambito ospedaliero, un progetto che prevede l’introduzione di Tablet agli infermieri a supporto delle loro attività svolte presso il letto del paziente consente sicuramente un recupero di efficacia ed efficienza dell’intero processo: accesso in tempo reale alla cartella clinica del paziente, aggiornamento sulla somministrazione delle terapie, riduzione degli errori.

Tuttavia, la sola introduzione dei nuovi dispositivi non implica, necessariamente, una riprogettazione completa del processo: vengono sì eliminate alcune attività non a valore aggiunto (come la trascrizione delle informazioni dalla carta al Sistema Informativo che gli infermieri svolgevano alla scrivania), ma si continua a inserire manualmente le informazioni (eventualmente anche attraverso App non ottimizzate per un’interfaccia touch, con conseguente diminuzione della soddisfazione complessiva degli utenti).

Al contrario, se la soluzione Mobile fosse integrata con una rete di sensori biometrici e dialogasse direttamente con le apparecchiature attive al letto del paziente sarebbe possibile eliminare molte (se non tutte le) attività di “data entry” svolte dagli infermieri (su Tablet o su carta), consentendo loro di dedicarsi completamente all’attività principale: la cura del paziente.

Janelle Hill, Vice President and Distinguished Analyst di Gartner, in un recente evento ha delineato una roadmap per la digitalizzazione dei processi è ben definita. Per prima cosa è necessario eliminare la carta, trasformando le informazioni in “bits” gestibili dai Sistemi Informativi; successivamente bisogna identificare le attività a minor valore aggiunto e trasferirle alle macchine; infine è possibile dedicarsi a ripensare i processi e le nuove attività che è più opportuno vengano svolte dalle persone.

Per anni la digitalizzazione dei processi è stata associata all’eliminazione della carta e del data entry (eseguito dal personale di back office): questo ha portato sì a una riduzione dei costi interni, ma non avendo riprogettato organicamente i processi molti benefici sono rimasti solamente “sulla carta”.

E questo è tanto più vero nel settore dei servizi, che rappresenta mediamente l’80% del prodotto interno lordo dei Paesi sviluppati, dove le soluzioni IT hanno ribaltato sui “knowledge worker” attività amministrative e di data entry tutt’altro che a valore.

“Digitalizzare” però non significa “standardizzare”: è necessario lasciare spazio a possibili variazioni nei processi, che consentano alle persone di lavorare per eccezioni e portare il loro contributo a maggior valore aggiunto per tutta l’azienda. Le soluzioni per la digitalizzazione dei processi devono infatti consentire alle persone di aumentare le proprie competenze ed esperienze, eliminando tutte quelle attività che una macchina (sia essa un database, una rete di sensori, un Sistema Informativo…) può fare meglio e con meno errori.

L’obiettivo ultimo è quello di sfruttare le tecnologie ICT per “aumentare” le competenze e le capacità delle persone, combattendo sul mercato insieme alle macchine e non contro di esse.

* Senior Researcher Area Mobile & B2B – Osservatori Digital Innovation School of Management Politecnico di Milano
Twitter: @_cmon81
LinkedIn: http://it.linkedin.com/in/chmondini

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4