Social Business Collaboration

Business application, le aziende italiane le vogliono collaborative

Il 61% delle grandi imprese italiane e il 20% delle PMI ha avviato o sta avviando progetti a supporto della collaborazione attraverso le tecnologie. Molto alto – 85% – anche il livello di soddisfazione per queste iniziative, che nel 34% dei casi interessano i processi di marketing e vendite, nel 32% quelli di gestione sistemi informativi, e nel 29% quelli di comunicazione interna. La nuova ricerca del Politecnico di Milano

Pubblicato il 19 Set 2015

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IT Consumerization, Cloud, Mobile e Big Data sono tutti fenomeni che stanno profondamente impattando sulle modalità di lavoro nelle aziende e sulla gestione dei processi di business, favorendo l’emergere di modelli basati sulla collaborazione. I sistemi informativi di oggi devono quindi andare oltre il supporto del solo aspetto transazionale dei processi, e in effetti quella che il Politecnico di Milano chiama “Social Business Collaboration” si sta diffondendo nelle aziende italiane.

Oggi il 61% delle grandi imprese ha avviato o sta avviando almeno un’iniziativa a supporto dei processi collaborativi emergenti. Anche le PMI si stanno affacciando alla tematica, registrando progetti nel 20% dei casi. Il fenomeno è più che mai rilevante: di tutte le iniziative segnalate, il 32% è in pianificazione, il 31% è in fase pilota e il 19% in fase di estensione del pilota iniziale. Il rimanente 18% è in fase di utilizzo diffuso.

Ma soprattutto i livelli di soddisfazione sono molto alti: l’85% del campione è soddisfatto o molto soddisfatto di aver realizzato un progetto in ambito collaborativo. Sono i responsi dell’Osservatorio Collaborative Business Application del Politecnico di Milano, la cui seconda edizione è stata presentata ieri. «Dopo un anno dal primo report la Social Business Collaboration è sempre più attuale nella gestione delle aziende, sia che si tratti di grandi imprese che di PMI, con una crescita significativa rispetto al 2013, che per le grandi imprese è del 22%», spiega Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio.

Un altro aspetto che evidenzia l’importanza del fenomeno è l’allargarsi dei processi interessati da progetti di Social Business Collaboration: nel 34% dei casi analizzati sono coinvolti i processi di marketing e vendite, seguono i processi di gestione dei sistemi informativi (32%), di comunicazione interna (29%), degli acquisti (22%) e delle operations (21%). Ancora marginalmente interessati i processi di logistica (12%), gestione risorse umane, e gestione della qualità (11%).

Gli strumenti introdotti durante questi progetti sono nel 54% dei casi di tipo collaborativo, nel 46% strumenti di archiviazione documentale, e nel 46% soluzioni di workflow management. Ancora una volta la tecnologia si conferma fattore importante per abilitare la crescita e lo sviluppo delle imprese, ma da sola non basta a garantire processi più efficienti: occorre ripensare le logiche di governo dei processi e i modelli di gestione e motivazione delle persone, verificandone gli impatti anche sugli spazi di lavoro, spiegano i ricercatori dell’Osservatorio. Gli stimoli per realizzare tali iniziative non vengono solo dall’IT, ma anche da Top Management (42%), Marketing e Vendite (28%), e Dipendenti (25%), confermando la trasversalità del fenomeno e l’elevato impatto sugli utenti finali. Per quanto riguarda il mondo dell’offerta, «l’affermazione della Social Business Collaboration è una sfida ancora aperta ma di grande valore potenziale. In particolare per il canale ICT si sollevano diversi spunti di rinnovamento ed evoluzione, primo fra tutti quello dell’adeguamento e arricchimento delle competenze, necessario per poter seguire questo tipo di progetti», osserva Mainetti.

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